Benvenuti a Laspeziadental

Siete entrati in un blog di ambiente ( non solo) odontoiatrico. Vi invito a leggermi e a contribuire con suggerimenti, critiche e domande che renderanno più interessante questo luogo virtuale di comunicazione. Ciao a tutti.

giovedì 19 giugno 2008

CHI HA PAURA DEI BIFOSFONATI?

Nessuno! Perchè evidentemente nessuno (o quasi) di coloro che li prescrivono e/o che li assumono ne conosce i considerevoli effetti negativi, innanzitutto la temibile NECROSI AVASCOLARE DEI MASCELLARI. Proposti fin da metà anni '90 per la terapia di gravissime patologie (metastasi ossee, mieloma multiplo, Paget ecc.), da ormai qualche anno si è diffusa l'abitudine di prescriverli massicciamente nell'osteoporosi; questo da parte non solo degli specialisti ma anche di tantissimi medici di base, sulla spinta ineffabile delle (molte) case farmaceutiche che si sono ''buttate'' su questi farmaci e hanno visto lievitare i propri fatturati... I pazienti sono vere vittime di questo malcostume prescrittorio. Cerchiamo di capire. Cos'è l'osteoporosi? L'osteoporosi è un processo parafisiologico, cioè fisiologico nella sua natura, ma che permette un maggior sviluppo di patologie. Per tal motivo, poiché viene considerata troppo facilmente malattia, il British Medical Journal l'ha inclusa in un elenco di non-malattie, l'International Classification of Non-Disease. Vi sembra giustificato per una ''non-malattia'' prescrivere farmaci così aggressivi come i bifosfonati, in luogo magari di fare ciò che si deve fare in una non malattia, ovvero prevenzione!? Controllare il peso e caricare le ossa osteoporotiche con una corretta attività fisica ''sarebbe'' il gold-standard , ma tant'è...si preferiscono pesanti terapie farmacologiche. Nel 2003 è stato segnalato in letteratura (Tarassoff P, Csermak K. Avascular necrosis of the jaws: risk factors in metastatic cancer patients. J Oral Maxillofac Surg. 2003 Oct;61(10):1238-9. ) che l'evenienza della necrosi dei bifosfonati era un rischio temibile. Dopochè anzichè limitarlo se ne è allargato l'uso, con le conseguenze che ogni dentista può osservare; queste ulcere non sanguinanti non guariscono mai, si infettano e oltretutto è impossibile qualunque procedura di chirurgia orale, pena il moltiplicarsi di queste lesioni. Il bello è che ho provato a chiedere ad almeno una decina di medici di famiglia se conoscevano questo problema. Ebbene tuttti prescrivono bifosfonati, qualcuno ricordava di avere letto sul bugiardino di questo effetto negativo, nessuno aveva la più pallida idea della frequenza e quindi della portata sociale del problema. Prego tutti i colleghi dentisti di: 1) identificare anamnesticamente i pazienti in terapia con bifosfonati 2) telefonare al medico di famiglia del paziente chiedendo se ritiene che il rapporto costo-beneficio (non solo economico, ma soprattutto biologico!) di questa terapia sia adeguato, informando eventualmente della pericolosità della necrosi dei mascellari. Secondo me su questo problema si potrebbe attivare anche l'Ordine dei Medici. Cosa ne pensate?

martedì 10 giugno 2008

AVERE SUCCESSO?

Nella società nordamericana si distinguono e si classificano le persone di successo in base ai loro guadagni e/o al loro tenore di vita; addirittura si estremizza il concetto arrivando a considerare, per esempio, un professionista più ''bravo'' di un altro semplicemente perchè capace di maggior reddito. Io considero questo una distorsione e una disumanizzazione anche applicata ad una categoria come la nostra, spesso accusata di ''pensare solo al guadagno''. Per fortuna nella nostra realtà italiana e anche europea, è frequente osservare grandi professionisti (sicuramente grandi per la qualità di quello che fanno) che si muovono con ''delicatezza'' e buon gusto rispetto all'entità delle proprie parcelle; accanto a ciò peraltro affermo che è perfettamente etico guadagnare bene e tuttavia il paziente-utente non deve mai ''vedere'' il simbolo dell'Euro stampato nelle nostre pupille. Oltretutto penso che ciò sia controproducente perchè genera una specie di campo magnetico negativo che allontana il paziente, con il quale è necessario invece stabilire il giusto feeling per conquistarne la fiducia. Una volta conquistata la sua fiducia, tuttavia, bisogna saperla mantenere. Ma come si fa a stabilire empatia con un paziente e a mantenerla idealmente per sempre? Probabilmente bisogna essere naturalmente comunicativi ma anche ''sostanziosi''. I venditori di fumo hanno i giorni contati... D'altronde si può essere molto molto bravi e poco comunicativi; paradossalmente può essere più produttivo chi al contrario è prevalenemente bravo a ''vendersi''. E allore come la mettiamo?
Chi sa di essere bravo nella diagnosi e altrettanto nella ''esecuzione ''deve'' saper colmare i propri eventuali gap di comunicazione, completando la propria preparazione anche in questo ambito, solo apparentemente extraclinico. In questo modo saprà percorrere l'ultimo step, il più importante: l'attribuzione del giusto ''valore'' al proprio lavoro. In questo modo il paziente avrà concesso la propria fiducia a qualcuno che la merita completamente perchè sente che non ci saranno sorprese. In questo modo noi presenteremmo sempre una giusta parcella che sarà verosimilmente riconosciuta come parcella giusta. Amen. Questo secondo me E' un professionista di successo, uno che dà importanza a tutti gli aspetti, in primis una profonda stima reciproca con il proprio paziente. Forse non è il più ricco, non ha importanza, ma per me ''di successo''. Non condivido la visione ''americana'' riportata all'inizio di questo post. Paradossalmente invece è americana una delle più belle e poetiche descrizioni del successo, attribuita a Ralph Waldo Emerson, inaspettatamente datata a quasi 2 secoli fa. Cliccando su questi link troverete la versione originale (http://rajasuperman.blogspot.com/2006/09/emerson.html) e la traduzione italiana (http://www.gabry.eu/blog/ralph-waldo-emerson-successo/). Chi vuole dire la sua su questo argomento? Prossimamente dirò come si può fare a studiare ciò di cui ho parlato qui.

lunedì 9 giugno 2008

OGNI DENTISTA PUO’ FARE FACILMENTE (VERA) RICERCA


http://w3.uniroma1.it/vrd-medicina/Sommario.htm
Questo link richiama un pdf in cui si insegna, con un autocorso di circa 1 ora, ad effettuare ricerche bibliografiche su PubMed (www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed); questa è la maggiore e più rifornita biblioteca virtuale del mondo, in cui sono inseriti tutti gli articoli di letteratura scientifica certificata del mondo. Imparando ad usare questo motore di ricerca si può ribaltare lo schema consueto di lettura di un articolo su una rivista. Normalmente infatti si apre una rivista, si guarda il sommario e poi si sceglie uno (o più) articoli da leggere, su un argomento genericamente vicino ai nostri interessi culturali contingenti. E’ un modo passivo di fare aggiornamento! Secondo me è meglio partire da un argomento che ci interessa, magari ‘’estratto’’ dalla quotidianità dello studio. Provo a fare un esempio. Qualche giorno fa mi è capitato di visitare un paziente che presentava una lesione delle forcazioni di 3° grado a carico di un 6° inferiore; eseguendo un’endorale si evidenziava anche una estesa rarefazione periapicale. Quindi era evidente la diagnosi di: lesione delle forcazioni di natura endoparodontale. A questo punto pur sapendo che la terapia di scelta è il ritrattamento della lesione endodontica in primis, lasciando da parte la difficile e poco predicibile terapia rigenerativa delle forcazioni, mi viene voglia di saperne di più. Una velocissima ricerca su pub med mi fa trovare 9 articoli sull’argomento, dando proprio come chiave di ricerca la diagnosi (in inglese: ‘’endodontic periodontic bifurcation lesion’’). Scelgo un articolo sulla terapia non chirurgica (TERAPIA NON CHIRURGICA DELLE FORCAZIONI DI ORIGINE ENDOPARODONTALE http://www.thejcdp.com/issue040/lin/lin.pdf ) che mi permette volendo di applicare un protocollo di ritrattamento per via ortograda in questa particolare situazione clinica, e uno sulla terapia chirurgica (TERAPIA CHIRURGICA DELLE FORCAZIONI DI ORIGINE ENDOPARODONTALE The use of guided tissue regeneration principles in endodontic surgery for induced chronic periodontic-endodontic lesions: a clinical, radiographic, and histologic evaluation. http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/15857081?ordinalpos=1&itool=EntrezSystem2.PEntrez.Pubmed.Pubmed_ResultsPanel.Pubmed_DiscoveryPanel.Pubmed_Discovery_RA&linkpos=1&log$=relatedarticles&logdbfrom=pubmed
che mi permette di ripassare il razionale chirurgico sulla GTR delle forcazioni.
A questo punto potrei molto semplicemente decidere di applicare il protocollo di trattamento non chirurgico proposto dall'autore del primo articolo a tutti i casi di lesione delle forcazioni di natura endoparodontale. Tenendo documentazione clinica e radiografica dei casi e impostando un protocollo di controllo si può facilmente giungere alla raccolta di dati attendibili e autorevoli. Questa infatti che avremmo fatto è una vera ricerca clinica che può essere condivisa e ha una sicura dignità scientifica. Questo era solo un piccolo esempio su come impostare l'aggiornamento partendo dalla quotidianità. Facile? Difficile? Sentiamo il vostro parere...

domenica 8 giugno 2008

AGGIORNAMENTO ODONTOIATRICO LIBERO E INDIPENDENTE

Dopo pochi giorni dalla nascita di questo odonto-blog provo subito ad entrare in tackle scivolato sullo spinoso argomento dell'aggiornamento dei dentisti. Non voglio ora toccare la questione ECM, eventualmente in seguito lo farò; voglio chiedermi insieme a voi, in pratica, quali siano i modi e i tempi in cui questo avviene: ovviamente innazitutto attraverso la sterminata offerta di corsi e congressi che piove incessantemente su di noi da tutte le parti; poi attraverso le riviste del settore divise in scientifiche e pseudoscientifiche, merceologiche, associative e miste che pure piovono con cadenza giornaliera attraverso la posta; poi libri e trattati specialistici; infine le possibilità sterminate offerte da internet. Dalla mia lunga esperienza, specie dal contatto diretto con molti colleghi avvenuto anche come relatore di corsi e congressi, deduco che: la partecipazione a corsi e congressi avviene in modo non programmato, le riviste vengono leggiucchiate e cestinate molto rapidamente, i libri vengono abbastanza comprati ma poco letti, l'uso di internet per l'aggiornamento è ancora poco diffuso; se usato è usato in modo irrazionale, tanto è vero che alla domanda diretta, fatta a tutti i corsisti: ''Conosci e/o usi PubMed per il tuo aggiornamento?'', la risposta è positiva in una percentuale di casi drammaticamente vicina allo zero! Con queste affermazioni voglio semplicemente constatare che l'aggiornamento dei dentisti è mediamente irrazionale, faticoso e acritico. Il mio contributo qui vuole essere del tutto positivo; non ho ricette magiche ma provo a suggerire un percorso (che è poi quello che sto facendo io) un pò controcorrente ma spero interessante per qualcuno. Il primo nostro problema è la mancanza di tempo, la risorsa maggiore; una volta le possibilità di aggiornamento erano solo spostarsi e leggere la carta. Oggi gli spostamenti vanno assolutamente razionalizzati e ridotti di numero; evitarli completamente è un errore perchè il contatto diretto con i colleghi (relatori e corsisti) arricchisce sempre molto. Secondo me, analizzando le preferenze culturali individuali, si devono scegliere un paio di eventi congressuali importanti; ad esempio il congresso di un'importante società scientifica o di un sindacato, se si privilegiano gli aspetti extraclinici. Io personalmente, in aggiunta, cerco di partecipare almeno ad un evento internazionale importante perchè i contatti che ne derivano sono assolutamente preziosi. I corsi; ogni dentista generico ha fatto corsi complessi per completare la sua formazione universitaria. Se uno mantiene tale identità deve ripetere un corso di questo tipo (parodonto, endo, conservativa, protesi, impantologia, orto ecc) con una frequenza di 6-7 anni. I corsi piccoli (1-2 giorni) devono essere rigorosamente programmati nell'ambito di una logica aggiornativa che deve partire dalla continua redazione e revisione dei protocolli operativi di ogni procedura utilizzata nell'attività quotidiana; i corsi devono avere la funzione di aggiornare proprio le procedure tecniche strettamente intese. Per gli aspetti teorici, importantissimi per incrementare la propria cultura e necessari per migliorare la diagnosi (vera base del nostro lavoro) lo studio deve essere quotidiano. Partendo criticamente da ogni cosa che si fa possiamo aggiornarci in modo indipendente, svincolandoci dalle pappe fatte (da relatori più o meno paludati) e aumentando il piacere di lavorare! Qui ci vuole internet, pochi minuti al giorno di lavoro e una check list costruita una volta e rimaneggiata continuamente. Come? Lo saprete leggendo il prossimo post dal titolo: ''Ogni dentista può fare facilmente (vera) ricerca.'' Ciao. A presto.

venerdì 6 giugno 2008

BLS NEGLI STUDI DENTISTICI

http://www.aio.it/interna.asp?docID=1126
Questo link apre una pagina del sito di A.I.O. (Associazione Italiana Odontoiatri) a cura della sezione di Caserta dove sono indicati collegamenti vari a pagine web con informazioni e protocolli di BLS. Il termine significa "basic life support" ovvero letteralmente: supporto di base alla vita. In altre parole EMERGENZA, dinanzi ad un essere umano probabilmente in pericolo di vita. Come operatori sanitari dovremmo essere molto motivati ad essere formati, allenati e riallenati a valutare e gestire un'emergenza importante; ma non solo, poichè personalmente ritengo che questa formazione dovrebbe essere appannaggio di ogni ''cittadino'' consapevole della potenziale grande importanza di essere formato in questo senso. Nel blog trovate il mio primo sondaggio, aperto a tutti (specialmente agli addetti ai lavori) sullo ''stato dell'arte'' su questo argomento. La mia speranza è quella di pubblicare poi i dati ed eventualmente favorire, con la collaborazione di formatori professionali in ambito BLS, corsi continui a costi contenuti di training e retraining sull'argomento. Io personalmente ne ho fatto uno all'anno negli ultimi 3 anni ma ritengo che se ne debba fare almeno due all'anno ed insieme a tutto il personale del team odontoiatrico. Cosa ne pensate?

mercoledì 4 giugno 2008

NASCE LASPEZIADENTAL!

Ciao a tutti i naviganti! Stasera nasce il mio blog. L'ambito generale, come ben si deduce dal nome, è quello odontoiatrico; tuttavia non mancheranno le occasioni per spaziare in altri campi. Qualche esempio? La grande musica rock-pop degli ultimi tre decenni, la lingua e la cultura inglese, lo sport (con particolare enfasi sull'atletica leggera e sullo sci alpino, mie grandi passioni) eccetera...Tornando al mio settore professionale, mi piacerebbe ricevere da colleghi e cultori di ogni tipo (inclusi i pazienti, of course) dell'odontoiatria commenti e pareri su quanto andrò lanciando in rete. Ci saranno due filoni: uno squisitamente culturale e uno legato alla politica professionale. Nel primo caso troverete raccontati, con documentazione di casi e collegamenti ad articoli scientifici, gli aspetti più rilevanti della mia attività professionale attuale; nel secondo spunti pratici di politica professionale, riguardo alla quale devo dire che troppo spesso le associazioni sindacali di categoria hanno un atteggiamento troppo distante dalla ''base'' dei dentisti e insieme marcatamente autoreferenziale. Cosa vuol dire? Mi spiegherò in un prossimo post... A presto! P.S. Ci vorrà qualche tempo perchè il blog sia succoso ma spero diventi interessante...